L’alimentazione è il più importante fattore che influisce sul benessere di ogni individuo garantendo l’equilibrio dello stato di salute.
Il latte materno, alimento che il neonato assume dalla nascita, sarà sufficiente a fornirgli tutti i nutrienti specifici per la sua crescita fino alla metà del primo anno di vita.
In seguito, con il divezzamento, il bambino viene a contatto con gli alimenti che trova attorno a lui, per cui è importante che i genitori abbiano dei comportamenti alimentari salutari e rispettino le regole di una buona nutrizione; assicurandosi che il bambino segua una dieta equilibrata e che abbia uno stile di vita sano per crescere in forma e prevenire patologie che spesso si presentano in età adulta.
Ad esempio l’obesità infantile rappresenta un problema grave e in continua crescita in quanto ha raggiunto delle percentuali importanti ed è scientificamente provato che, se non si interviene in maniera tempestiva, da adulti questi bambini saranno adulti in sovrappeso e svilupperanno patologie correlate di vario genere. Alcuni segnali possono aiutarci a capire quando è bene intervenire: richiesta continua di spuntini e/o di junk-food (cibo spazzatura); scarso consumo di frutta e verdura o consuetudine a saltare la colazione; richieste di porzioni analoghe a quelle dell’adulto; curve di crescita che il Pediatra segnala come fuori dal range.
La relazione tra poche ore di sonno e aumento di peso non è stata ancora del tutto chiarita, ma è accertato che una scarsa quantità di sonno nei bambini corrisponde ad un aumento del rischio di obesità pediatrica, forse anche perché aumentando le ore di veglia si tende a mangiare di più e cibi meno salutari.
La crescita del bambino presuppone dei fabbisogni nutrizionali differenti a seconda dell’età, del peso e della statura del bambino stesso. Per questi motivi si rende necessario un piano personalizzato mirato alle esigenze di ogni bimbo.
I disturbi gastro-intestinali: un programma nutrizionale mirato aiuta a migliorare la qualità della vita
Sono disturbi che posso variare dal reflusso gastrico alla stipsi, sia episodica che cronica.
Una programma nutrizionale appropriato può certamente aiutare a migliorare la qualità di vita del bambino.
I disturbi gastrointestinali in età pediatrica possono colpire le varie parti del tratto digerente, i più comuni includono: il reflusso gastroesofageo (MRGE), la diarrea acuta o cronica, la stipsi e allergia/intolleranza al latte (vaccino o di soia). In diversi casi i sintomi associati a questi disordini possono essere curati esclusivamente con un programma alimentare.
È fondamentale ricordare che l’apparato gastrointestinale è l’unico responsabile della digestione degli alimenti che ingeriamo, è per questo motivo che viene posta una specifica attenzione allo stato nutrizionale, dato che un apporto adeguato di nutrienti ha dimostrato di sostenere la crescita e lo sviluppo normale nonché migliorare le condizioni generali per evitare carenze nutrizionali.
Le allergie e le intolleranze alimentari
Le allergie alimentari e le ipersensibilità alimentari non allergiche nei bambini possono essere estremamente difficili da diagnosticare.
Fino al raggiungimento di una diagnosi, la situazione per genitori, bambini e tecnici può essere di gestione difficile e può protrarsi nel tempo.
Le ipersensibilità alimentari non allergiche, quali le intolleranze, si verificano quando l’organismo non è in grado di digerire alcune sostanze naturali contenuti nel cibo, quali lattosio, fruttosio oppure, più raramente, reagisce alle sostanze come coloranti, additivi o conservanti. Le ipersensibilità alimentari non allergiche non coinvolgono il sistema immunitario e sono molto più comuni rispetto alle allergie alimentari.
Le allergie alimentari sono dovute a una reazione del sistema immunitario ad alcune sostanze, normalmente innocue, presenti nei cibi (allergeni). Questi allergeni sono nella quasi totalità di natura proteica. Le proteine sono nutrienti essenziali dell’organismo, assieme a vitamine, minerali, carboidrati e grassi. Gli altri componenti dei cibi, quali lattosio e zucchero, non hanno effetti allergenici.
Alcuni allergeni causano più reazioni rispetto ad altri. La tabella elenca gli otto allergeni responsabili di circa il 90% delle allergie alimentari nei bambini.
La prevalenza delle allergie alimentari, specialmente nei primi anni di vita, è aumentata vertiginosamente nell’ultimo decennio. Le ricerca dei metodi più efficaci della prevenzione e della gestione di allergie alimentari diventa quindi sempre più pressante.
L’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) è tra le più comuni forme allergiche nei bambini.
Sebbene le proteine del latte vaccino siano tra i principali allergeni, nei bambini e lattanti la diagnosi può essere molto complessa. L’allergia alle proteine del latte vaccino si verifica quando il sistema immunitario del bambino reagisce negativamente al contatto con tali proteine. Nel caso di bambini allattati al seno, le proteine del latte vaccino vengono ingerite dalla madre e passate al figlio attraverso il latte materno; nel caso dei bambini allattati con latte formulato, le proteine si trovano direttamente nell’alimento. In entrambi i casi il sistema immunitario percepisce queste proteine come una minaccia e, nello sforzo di proteggersi, rilascia delle sostanze endogene, l’istamina, che causano i sintomi dell’allergia alimentare.
L’allergia alle proteine del latte vaccino solitamente si manifesta per la prima volta tra il terzo e il quinto mese di vita ma può svilupparsi anche più tardi.
L’intolleranza al lattosio non è uguale all’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV)
L’APLV e l’intolleranza al lattosio vengono spesso confuse. Sebbene alcuni sintomi, come la diarrea ed in alcuni casi la stipsi, siano comuni, l’intolleranza al lattosio è l’incapacità di digerire il lattosio presente nel latte umano e vaccino, mentre l’APLV è una reazione immunitaria ad alcune proteine contenute nel latte vaccino. L’intolleranza al lattosio è estremamente rara prima dei 3 anni di età, anche nei bambini con APLV. Dopo tutto il latte materno contiene una grande quantità di lattosio.
Il ritardo di crescita può influire gravemente sullo sviluppo
Durante gli stadi iniziali della vita, la crescita può essere piuttosto rapida, anche se in alcuni casi i neonati non sono in grado di raggiungere gli standard di crescita previsti. Molti neonati saranno in grado di recuperare gli step dello sviluppo e cresceranno in maniera normale, gli altri che non riusciranno, invece, verranno considerati affetti da “Ritardo di Crescita”. Nonostante questa definizione possa sembrare scoraggiante, il ritardo di crescita è un problema piuttosto comune, che affligge dall’1% al 5% dei bambini di età inferiore a 2 anni.
Il ritardo di crescita può essere causato da malassorbimento, malnutrizione o ridotto apporto nutritivo dovuto a un ampio spettro di differenti patologie quali anomalie cromosomiche, patologie neurologiche, infezioni, problemi dell’apparato digerente, così come fattori ambientali come ridotto apporto alimentare o problemi sociali.
Affrontare questa carenza nutrizionale è tanto importante quanto trattare il problema di base, poiché il corretto apporto di nutrienti assunti, può portare ad un miglior sviluppo sia fisico che mentale. In tutti i casi di ritardo di crescita è raccomandata una dieta ipercalorica bilanciata sotto controllo medico, così da consentire al bambino di raggiungere adeguati livelli di crescita e di aumento staturo-ponderale. Spesso nei neonati, è necessario solo aumentare la frequenza dei pasti, nell’allattamento al seno; nei neonati che assumono latte di formula, invece, potrebbero essere richieste altre tecniche di nutrizione e formule specializzate.
Dott. Raffaella Bruschi